Zona Nera. Sant’Anna di Stazzema, 12 agosto 1944: Quando [3]

 L’Italia e il contesto storico

Seconda-guerra-mondiale

10 giugno 1944, l’Italia entra in guerra.

La strage di Sant’Anna di Stazzema (12 agosto 1944) si colloca in un momento particolarmente tragico e complesso della nostra storia[1]: quattro anni dopo l’inizio della guerra voluta da Benito Mussolini a fianco delle Potenze dell’Asse e contro le Forze Alleate[2], la posizione italiana nel conflitto è drasticamente cambiata: le Forze Alleate sono sbarcate in Sicilia il 10 luglio del ’43. Il 25 luglio del ’43 Mussolini è stato arrestato dal Re e sostituito da Pietro Badoglio che conferma l’alleanza con la Germania. Ai primi del settembre 1943 viene però firmato l’armistizio di Cassibile: Pietro Badoglio, capo del governo italiano dal 25 luglio 1943 al 17 aprile 1944, annuncia l’armistizio con gli Angloamericani. Armistizio dicassibileIl proclama, registrato, viene trasmesso per radio dalla EIAR la sera dell’8 settembre ‘43, mentre Badoglio è già in fuga con la famiglia reale e i vertici militari.

L’ex alleato tedesco è ora il nemico. Ma subito dopo Mussolini viene liberato da un “blitz” tedesco sul Gran Sasso[3] e il 18 settembre 1943 annuncia da Monaco la rinascita del fascismo con la Repubblica di Salò: di fatto, per la Germania, l’Italia passa da alleato a paese occupato.

I Tedeschi considerano l’Italia terra di occupazione. Requisiscono e portano via vagoni, locomotive, automobili, animali, stoffe, ecc. Rarissimi sono ormai i treni. I privati, compreso il Vescovo, non s’azzardano più o raramente di girare colle loro automobili. Le case di possidenti di campagna sono piene di oggetti che gli abitanti della città cercano di sottrarre alla rapina dei due nemici. Si dice che nel territorio conquistato dagli Inglesi regni il comunismo. (Dal diario di don Pietro Burchi – Gattolino)”[4]

 

Nell’agosto del ‘44 il Paese è nella seguente situazione:

L’Italia è territorialmente e militarmente divisa in due parti: a Sud il governo Badoglio (e la famiglia reale) nelle mani degli Alleati, a Nord la Repubblica di Salò, governo fantoccio di Benito Mussolini, agli ordini dei tedeschi di Hitler.

Dopo l'armistizio dell'8 settembre

Dopo l’armistizio dell’8 settembre

L’esercito italiano (il Regio Esercito) non esiste più: si è frantumato in repubblichini (Repubblica di Salò), Esercito del Sud (Esercito Cobelligerante Italiano), renitenti alla leva, partigiani (Badogliani, Garibaldini, Giellisti, GAP, SAP, Fiamme Verdi, Brigate del Popolo).[5] Un numero altissimo di ufficiali e soldati (in Italia e all’estero)  che – dopo l’armistizio –  ha rifiutato di arrendersi ai nazisti o – dopo il proclama di Mussolini – di combattere a fianco di tedeschi e repubblichini, è stato passato per le armi o catturato e avviato nei campi di internamento in Germania[6].la-storia-negata-dei-militari-internati-italianislide-12-728

Altri sono prigionieri degli Alleati. Altri ancora passano nelle fila della Resistenza di paesi occupati dai nazifascisti. Si parla di centinaia di migliaia di militari.[7] In questa situazione di caos sono molte le armi abbandonate nelle caserme e nei depositi militari dell’Italia centro-settentrionale occupata. Questo, unito alla necessità di evitare i rastrellamenti nazi-fascisti e l’obbligo di leva (per i renitenti era prevista la pena di morte), contribuisce a formare i primi nuclei partigiani. [8]

3) Le Forze Alleate sono attestate sulla riva sud dell’Arno nei pressi di Pisa (Firenze vedrà le prime truppe angloamericane fra il 12 e il 13 agosto).

Montenero, 7 agosto '44

Montenero, 7 agosto ’44

Il generale Alexander –  comandante delle forze alleate di terra –  subito dopo la presa di Roma (6 e 8/9 giugno) invia messaggi agli italiani, incitandoli a prendere posizione attiva contro i tedeschi e supportandoli con aviolanci. [9] Subito dopo la liberazione di Roma, il 6 giugno, Alexander invia un primo messaggio ,“ai patrioti dell’Italia occupata”, che può sembrare il preannuncio della spallata finale all’esercito tedesco. Il radiomessaggio successivo, la notte fra l’8 e il 9 giugno, si rivolge in particolare:

“Ai patrioti […] che si trovano fra le nostre truppe avanzanti e la linea Pisa – Rimini, chiamata dai Tedeschi Linea dei Goti […] Fate tutto il possibile per distruggere, ritardare, ingannare il nemico con tutti i mezzi da voi adottati […] L’ordine è molestare le truppe tedesche e di ostacolarne i trasporti in particolare. Per le zone suddette il comando è: uccidere i tedeschi, distruggete i loro trasporti in tutte le maniere […] istruzione valida per tutti i patrioti è: uccidete i tedeschi, distruggete i loro materiali.” [10]

In precedenza, Roosevelt e Churchill, durante la conferenza di Casablanca hanno deciso, per la Germania e i suoi alleati [11],“una campagna aerea con un’offensiva di bombardamenti più intensa possibile… mirando soprattutto a ridurre a pezzi, oltre le fabbriche belliche, il morale della popolazione civile”[12]. Già la sera tra il 10 e l’11 giugno ’40, dopo nemmeno 24 ore dallo stato di guerra tra l’Italia e la Gran Bretagna, 36 bombardieri della Royal Air Force dalle Isole Normanne puntarono su Torino e Genova.[13]

Gli Alleati da Roma all'Arno

Gli Alleati da Roma all’Arno

4)  Al centro Nord, ancora occupato dai tedeschi del Reich, si consolidano e intensificano le formazioni partigiane nelle retrovie.[14] Sulle montagne in particolare e nelle zone boscose, dominano interi distretti costituendo un serio pericolo per la condotta della guerra: è difficile combatterli in quanto non fanno parte di un’organizzazione militare, non hanno insegne o distintivi e nel corso del combattimento si ritirano sulle montagne o si fanno passare da cittadini inermi.[15] Lo scontro, inizialmente fra partigiani e fascisti, nella primavera-estate ’44 è salito di livello: si passa a nazisti (e milizie armate repubblichine) Vs. partigiani. I nazisti hanno iniziato la lotta alla Bande per ripulire le retrovie e far cessare gli attacchi a truppe, rifornimenti, cantieri etc impegnati nella costruzione delle linee difensive sugli Apennini. Già a partire dal 28 novembre 1943 nell’ambito della 14ª armata entrano teoricamente[16] in vigore alcuni ordini generali emanati per la guerra di sterminio nei paesi dell’Europa dell’Est e del Sud-Est.

Rivolta di Varsavia, agosto '44. da Polish Underground (Movimento di resistenza Polacca)

Rivolta di Varsavia, agosto ’44. da Polish Underground (Movimento di Resistenza Polacca)

La più importante disposizione fu la “direttiva di combattimento contro le bande dell’Est”, dell’11 novembre 1942 che viene spesso indicata come Merkblatt 69/1. L’uccisione dei civili, anche di donne, ragazzi e bambini, era in queste <direttive> espressamente contemplata. [17] E’ presente anche “una stretta correlazione tra lo svolgimento delle operazioni, la costante minaccia partigiana, la frustrazione delle truppe tedesche in continua ritirata, il quadro strategico deprimente, la vendetta, spesso condizionata dalla situazione, e la disponibilità alla violenza estrema. In un tale scenario, nessun militare tedesco considerava l’innocente popolazione civile italiana degna di alcun riguardo”. Inoltre, numerosi soldati e ufficiali tedeschi impiegati in Italia avevano avuto una certa esperienza della guerra di annientamento in Russia.[18]

5)  Il Terzo Reich (con il generale Kesserling capo supremo delle forze tedesche in Italia) è impegnato nella frenetica realizzazione della Linea Gotica (Gotenstellung ) – chiamata poi  Linea Verde (Grune Linie) – tramite l’organizzazione TODT [19].

Figura 8:La fetta di territorio compresa fra la linea rossa (Tedeschi) e quella blu (Alleati) è oggetto di costruzione di fortificazioni da parte delle truppe di Hitler, in ritirata. I simboli blu e rossi indicano le postazioni dei rispettivi schieramenti.

Figura 8:La fetta di territorio compresa fra la linea rossa (Tedeschi) e quella blu (Alleati) è oggetto di costruzione di fortificazioni da parte delle truppe di Hitler, in ritirata. I simboli blu e rossi indicano le postazioni dei rispettivi schieramenti.

La Gotica prevede una serie di linee difensive “in profondità”, lungo un fronte di oltre 300 chilometri, dal Tirreno all’Adriatico. Sfrutta gli elementi naturali del terreno e comprende migliaia di opere campali (rinforzate in legno, pietra, cemento armato) e fossati anticarro, il tutto protetto da filo spinato e campi minati. Nell’estate del ’44 la linea difensiva dalla foce del Versilia (Cinquale) alla zona di Pesaro è quasi completata. [20]  La seconda, dalla foce del Magra (Carrara), includendo le artiglierie spezzine della Punta Bianca, fino a Rimini, è in costruzione: i lavori sono in enorme ritardo, sia per la cronica mancanza di “braccia”, sia per le azioni partigiane che non danno tregua.[21]

Linea Gotica, dettaglio

Linea Gotica, dettaglio

Gli uomini abili, in un primo tempo attirati a lavorare volontariamente per la Todt tramite apparenti condizioni favorevoli (paga appetibile, esenzione dal servizio di leva e dalla deportazione in Germania) vengono poi sistematicamente  rastrellati e usati come forza lavoro coatta e/o come ostaggi per le rappresaglie.

6) I bombardamenti a tappeto degli Alleati e la tattica di “ritirata aggressiva” tedesca hanno creato masse di civili che si spostano verso luoghi ritenuti di volta in volta più sicuri o che vengono fatti sfollare per non creare impaccio alle strategie belliche. La ritirata è costellata da operazioni di repressione e rappresaglia contro nuclei di partigiani e civili, allo scopo di rendere sicure le vie di comunicazione, intimidire le popolazioni e spezzare le “connivenze”, volontarie o involontarie, con i partigiani stessi. Kesselring  aveva diramato questa lettera il 7 aprile 1944, dopo l’attentato di via Rasella:

Contro le bande si agirà con azioni pianificate… Il primo comandamento è l’azione vigorosa, decisa e rapida. I comandanti deboli e indecisi verranno da me convocati per renderne conto, perché mettono in pericolo la sicurezza delle truppe loro affidate e il prestigio della Wehrmacht tedesca. Data la situazione attuale, un intervento troppo deciso non sarà mai causa di punizione”. 

Concetti ribaditi, sempre da Kesselring, nel maggio ‘44:

1)“La lotta ai partigiani deve essere combattuta con tutti i mezzi a disposizione e con la massima severità. Io proteggerò quei comandanti che dovessero eccedere nei loro metodi di lotta ai partigiani.In questo caso suona bene il vecchio detto: meglio sbagliare la scelta del metodo, ma eseguire gli ordini, che essere negligenti o non eseguirli affatto. Soltanto la massima prontezza, e la massima severità nelle punizioni saranno valido deterrente per stroncare sul nascere altri oltraggi o per impedire la loro espansione. Tutti i civili implicati nelle operazioni antipartigiane che saranno arrestati nel corso delle rappresaglie saranno portati nei campi di concentramento costituiti a questo scopo dal generale comandante in capo del Commissariato militare Sudovest, come è indicato dall’ultimo dispaccio del Reich in materia di lavoratori […]”[22]

2)“Nel mio appello agli italiani io ho annunciato che severe misure sarebbero state intraprese contro i partigiani. Questo annuncio non deve rappresentare una inconsistente minaccia. È preciso dovere di tutte le truppe e della polizia sotto il mio comando di adottare le più severe misure. Ogni atto di violenza commesso dai partigiani deve essere punito immediatamente. I rapporti dovranno fornire in dettaglio le contromisure intraprese. Laddove vi sia presenza di bande partigiane di notevoli proporzioni, una percentuale della popolazione maschile della zona dovrà essere arrestata e nel caso in cui si verifichino atti di violenza, questi uomini saranno fucilati. La popolazione deve essere informata di questo. Se si avvertiranno spari provenienti da un paese, il paese sarà incendiato. Gli esecutori e i capibanda saranno impiccati sulla pubblica piazza. I paesi circostanti devono essere ritenuti responsabili di sabotaggi a cavi o danni a pneumatici. La contromisura più efficace è l’utilizzo di pattuglie locali. I membri del partito fascista non devono essere inclusi nelle misure di rappresaglia, le persone sospette devono essere consegnate ai Prefetti e i rapporti sui loro casi mi devono essere spediti. Fuori dai paesi i soldati si devono proteggere con armi da fuoco. I comandanti di ciascun distretto militare decideranno se e in quali città sarà necessario trasportare armi. Ogni genere di saccheggio è proibito e sarà punito severamente. Le contromisure dovranno essere dure, ma giuste. La dignità del soldato tedesco lo esige” [23] .

Il 17 giugno gli ordini[24] di esecuzione del proclama Kesserling sono i seguenti:

“La situazione dei partigiani nelle retrovie dei corpi continua ad essere una seria minaccia alle truppe combattenti e ai rifornimenti. La lotta contro i partigiani deve perciò essere condotta con la massima severità. Il buon carattere e la moderazione, così comuni tra le truppe tedesche, devono essere guidate da continue istruzioni. Sono perciò emanati i seguenti ordini: Ogni azione di violenza da parte dei partigiani dev’essere immediatamente punita. Il rapporto sull’incidente indicherà quale contromisure sono appropriate. Dove esistono partigiani in numero considerevole, saranno presi ostaggi tra la popolazione locale ed essi saranno fucilati nel caso in cui si verifichino atti di violenza. Le popolazioni saranno di ciò informate quando saranno operati gli arresti. Nei casi in cui siano uccisi soldati presso qualche paese, il paese verrà incendiato. Gli esecutori e i capi dei banditi saranno pubblicamente impiccati. Nel caso di sabotaggi alle linee telefoniche o di danneggiamento ai pneumatici, i paesi nelle immediate vicinanze saranno ritenuti responsabili. La miglior contromisura è che l’area sia guardata da pattuglie formate dalla truppa locale. I membri del partito fascista saranno esclusi da tutte le misure di rappresaglia. I membri del partito sospetti saranno consegnate al Prefetto e un rapporto sarà inviato al sottoscritto. Tutte le truppe saranno armate in ogni momento dentro e fuori i paesi. Il saccheggio è proibito e sarà punito severamente. Sarà anche immediatamente fucilato : chiunque dia aiuto ai partigiani criminali e traditori, dando loro cibo o alloggio, o portando messaggi militari, chiunque porti armi (inclusi fucili da caccia) o esplosivi, chiunque commetta atti ostili alle Forze Armate tedesche. Coprirò qualsiasi ufficiale che andasse oltre alla nostra tradizionale moderazione nella scelta delle misure per affrontare i partigiani, o la severità con la quale esse sono applicate. In questo caso vale il vecchio principio che è meglio agire e commettere errori piuttosto che non far niente ed essere deboli. Ogni intervento energico e immediato è una punizione essenziale e un deterrente per soffocare sul nascere eccessi su più ampia scala”. […] 20 luglio 1944 Firmato: Von Hoffman, Capo del Quartier generale.

 La Versilia: estate ‘44

Bombardamento Viareggio, di Poggi

Bombardamento Viareggio, di Franco Pocci

Nella primavera e nell’estate del 1944 la guerra stringe la Versilia da vicino. Viareggio viene bombardata dal 1 novembre 1943 al 7 febbraio 1945, prima dalle forze aeree alleate e poi da quelle tedesche che, dopo essersi ritirate dalla città, cercano di contrastare con il tiro dei cannoni l’avanzata dei reparti americani.  [25]

I TEDESCHI SPARAVANO SU VIAREGGIO CON UN CANNONE SU AFFUSTTO FERROVIARIO SPOSTANDOLO SULLLA FERROVIA LUCCA AULLA. CON OGNI PROBABILITA’ IL CANNONE ERA UN VECCHIO PEZZO REQUISITO AI FRANCESI DEL TIPO SNEIDER- IL CANNONE SPARAVA DUE VOLTE AL GIORNO PER NON PIU’ di VENTI MINUTI, COL SUO SPOSTAMENTO IL CONO di FUOCO CHE SI POTEVA OTTENERE ERA NOTEVOLE , GIUNGENDO FINO A FUCECCHIO E LIVORNO. COMPIUTO IL SUO TRISTE SERVIZIO IL CANNONE VENIVA RIFUGIATO IN UNA DELLE MOLTE GALLERIE DELLA LINEA. Franco Pocci

I TEDESCHI SPARAVANO SU
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FERROVIARIO SPOSTANDOLO
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PROBABILITA’ IL CANNONE
ERA UN VECCHIO PEZZO
REQUISITO AI FRANCESI DEL
TIPO SNEIDER- IL CANNONE
SPARAVA DUE VOLTE AL
GIORNO PER NON PIU’ di
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FUOCO CHE SI POTEVA
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GIUNGENDO FINO A
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COMPIUTO IL SUO TRISTE
SERVIZIO IL CANNONE
VENIVA RIFUGIATO IN UNA
DELLE MOLTE GALLERIE
DELLA LINEA. Franco Pocci

“Si correva tutti in pineta… non c’erano rifugi, niente. Poi, quando siamo sfollati in campagna, ce li costruivamo da noi: un buco nel monte, chiuso con delle travi. ” [Antonio Checchi, viareggino]. La città è completamente sfollata dall’aprile.[26]

Viareggio, bando di sfollamento

Viareggio, bando di sfollamento

Con la caduta di Roma e col consolidarsi del movimento partigiano, nel giugno del ’44 le strutture fasciste si sono dissolte. I piccoli presidi della Guardia Nazionale Repubblicana sono stati abbattuti o inglobati in quelli maggiori. La maggior parte delle autorità fasciste versiliesi è scappata al Nord ai primi di giugno, dopo l’occupazione di Roma da parte degli Alleati, seguendo l’esempio di Emilio Piazzesi, sostituito da Olivieri. [27] Altri hanno trovato modo di venire a patti con i partigiani. Nel rapporto del 13 giugno della GNR si legge: […]in molti paesetti della Lucchesia, ubicati nelle zone infestate dai banditi,i fascisti repubblicani hanno dovuto abbandonare le loro case perché fatti segno a continue minacce di morte, e qualche volta sono state praticamente messe in esecuzione. In queste condizioni è ben difficile che qualcuno accetti di ricoprire una carica nel PFR.”[28]

A fine giugno, il 639° Comando Provinciale della GNR e tutte le milizie della RSI (tranne alcuni reparti con Bruno Messori) hanno lasciato la Lucchesia. Anche civili fascisti con famiglia approfittando dei mezzi di trasporto messi a disposizione, fuggono al Nord (Il 23 giugno scappa anche il questore di Lucca, Tommaselli)[29]. Questo nonostante la riorganizzazione dei fascisti versiliesi fosse stata molto rapida dopo l’8 settembre: i fascisti di Forte dei Marmi erano stati i primi in tutta Italia a riaprire la Casa del Fascio, con la nascita della sezione del neonato Partito Fascista Repubblicano[30]. Il riscontro delle “nobilissime tradizioni”del fascismo in Lucchesia si può trovare anche in un articolo tratto dal Corriere della Sera dell’11 luglio’43.[31]

Corriere della Sera, particolare

Corriere della Sera, particolare

 

Visto il fuggi fuggi generale, Alessandro Pavolini[32] convoca Idreno Utimperghe(r)[33] per rinvigorire il fascismo lucchese, e da Milano lo sposta a Lucca nominandolo Commissario Federale al posto di Olivieri; Pavolini consegna le armi agli iscritti del Partito Fascista Repubblicano di Lucca[34], costituendo di fatto la prima Brigata Nera affidando il comando a Utimpergher: la 36° Brigata Nera “Mussolini”[35] in cui confluiscono anche i gruppi dei Fascisti Armati chiamati “Compagnie della Morte” o “Mai Morti” e che arriverà a contare circa 160 uomini. Il compito è “distruggere la piaga del ribellismo” e di assicurare la tranquillità delle retrovie germaniche.[36] La Brigata Mussolini inizia le sue attività repressive sia con azioni indipendenti[37] sia fiancheggiando le truppe naziste[38]. «alcune Brigate nere – soprattutto la “Mussolini” di Idreno Utimpergher a Lucca – mostreranno una straordinaria capacità di iniziativa, sul terreno della repressione, tentando di fare sino all’ultimo dell’occupazione tedesca una propria occasione di vendetta»[39] . Esiste la documentazione dell’organico (probabilmente incompleto) della Brigata al 14 agosto ’44[40], in cui troviamo:

Otganico Brigata Nera "Mussolini" al 14 agosto. Prima pagina

Organico Brigata Nera “Mussolini” al 14 agosto. Prima pagina.

 

Ad aderire al bando di Utimpergher sono i giovani e giovanissimi (tra i quali anche alcuni minorenni) e i fascisti di vecchia generazione. Lo spoglio dei dati anagrafici dei brigatisti lucchesi (per la precisione, di 160 dei 168 poi inquisiti) consente di stabilirne la composizione generazionale: il 25% erano giovani e giovanissimi di età compresa tra i 15 e i 21 anni; il 15% avevano tra i 22 e i 30 anni di età; il 30% tra i 31 e i 40 anni; il 20% tra i 41 e i 50 anni; e infine il 10% avevano oltre 50 anni. Uno schema di adesione che torna molto spesso è quello padre-figlio, data la presenza di diversi nuclei familiari: ad esempio, i Tamarri (5) Dal Poggetto (4), i Fedeli (4), i Marlia (4), i Vivarelli (3), i Giorgetti (3), e altri ancora, nuclei che si allargano ulteriormente se si tiene conto dei legami parentali che passano per via femminile. Le motivazioni  sarebbero molteplici: “[…] Condivisione convinta e agguerrita dell’ideologia fascista, opportunismo, volontà di emulazione nei confronti dei tedeschi, tentativo di rivendicare l’umiliazione dell’8 settembre, volontà di vendetta verso quelli che venivano considerati “voltagabbana” e di lotta senza quartiere al movimento partigiano, assimilazione della violenza, del razzismo e dell’intolleranza agguerrita contro il nemico, disvalori di cui il fascismo italiano si era fatto interprete fin dal ventennio.”

Idreno Utimpergher

Idreno Utimpergher


https://www.provincia.lucca.it/scuolapace/uploads/quaderni/parte_1(1).pdf

[1] Non è intenzione di questo saggio illustrare il corso completo degli eventi che vanno sotto il nome di Seconda Guerra Mondiale.

[2] Patto d’Acciaio fra l’Italia monarchico-fascista e la Germania nazionalsocialista è del 1939, 27 settembre 1940 – La Germania nazista, l’Italia fascista e l’Impero giapponese firmano il Patto Tripartito.

[3] Dai nazisti di Hitler il 12 settembre. La decisione fu incoraggiata da Renato Ricci, scultore del regime e noto fascista versiliese. [I figli dell’Aquila, Giampaolo Pansa, pag

[4] http://www.memoteca.it/upload/dl/Resistenza_in_Romagna/09_-_nuovi_fascisti.pdf

[5] http://image.slidesharecdn.com/italia1943-1945-laresistenzaelaquestionedellaveneziagiulia-100406104626-phpapp02/95/1943-1945-la-resistenza-25-728.jpg?cb=1270550832

[6] Si tratta degli IMI, Internati Militari Italiani

[7] http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/8_settembref.htm ; http://www.difesa.it/Primo_Piano/Documents/2013/Aprile/Militari%20italiani%20all’estero%20-%20Mod.pdf

[8] http://anpi-lissone.over-blog.com/article-i-600-giorni-di-salo-67830832.html

[9]  http://iltirreno.gelocal.it/polopoly_fs/1.12341552.1445995568!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/detail_558/image.jpg

[10] Testo completo in Bergamini e Bimbi, Antifascismo e resistenza in Versilia_pg105

[11] Nome in codice “Symbol”, tenuta all’hotel Alfa a Casablanca dal 14 a 24 gennaio ’43 per pianificare la strategia alleata durante la Seconda Guerra Mondiale. Erano presenti Churchill, Roosvelt, de Gaulle.

[12] Ezio Costanzo. Sicilia 1943 – breve storia dello sbarco alleato, Le Nove Muse Editrice, Catania – Federico Bertozzi. Attaccavino i fogli, si doveva sfollà, Pezzini Editore, pg43 – 44.

[13]http://storicamente.org/02cortesi   Per una ricostruzione complessiva dei bombardamenti che colpirono il territorio italiano si veda G. Bonacina, Obiettivo Italia. I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1940 al 1945, Milano, Mursia, 1970.

[14] Carlo Gentile pg 216. Non è intenzione di questo testo ricostruire nel dettaglio le vicende della Resistenza Italiana.

[15] file:///C:/Users/Cristina/Downloads/RER_05WEB_Feltri_8Maggio_160p-1.pdf pg 99

[16] In modo esplicito si aggiungeva che queste ‘direttive di combattimento” non erano “né una disposizione permanente, né uno schema” e “come nessun altro tipo di combattimento la lotta contro le bande richiede duttilità e capacità di adattamento alle singole situazioni”. significa che le direttive non ordinavano una determinata procedura in modo perentorio bensì legittimavano esplicitamente una procedura spietata, senza tuttavia richiederla in modo vincolante a tutti i membri della Wehrmacht; ma tutte le unità militari poterono richiamarsi a questa disposizione per giustificare a posteriori un eccidio. L. Klinkhammer, Stragi naziste in Italia. La guerra contro i civili (1943-1945), Roma, Donzelli, 1997, pp. 51-52).

[17] Al numero 84 della direttiva si diceva che di norma i partigiani catturati dopo un breve interrogatorio dovevano essere fucilati sul posto: <Ogni comandante di un reparto è responsabile che banditi e civili catturati nel corso di un’azione di combattimento (anche donne), vengano fucilati o, meglio, impiccati>. E al numero 85 si aggiungeva inoltre: < Chiunque sostenga le bande, offrendo rifugio o alimenti, tenendo segreto il luogo dove si nascondono o in qualsiasi altro modo, merita la morte >. Anche il contenuto del numero 110 era indicativo: < La truppa deve continuamente essere istruita sulla prudenza necessaria nei confronti di tutti i Russi. In particolare si deve richiamare l’attenzione sul fatto che i banditi spesso utilizzano donne, ragazze e bambini come spie; chi viene scoperto nel far questo deve essere eliminato immediatamente>. L. Klinkhammer, Stragi naziste in Italia. La guerra contro i civili (1943-1945), Roma, Donzelli, 1997, pp. 51-52)

[18] (G. Schreiber, La vendetta tedesca. 1943-1945: le rappresaglie naziste in Italia, Milano, Mondadori, 2001, pp. 232-234. Traduzione di M. Buttarelli)

[19] La TODT provvedeva in Italia alla costruzione di bunker, linee di difesa, alla riparazione di ponti e strade distrutte dai bombardamenti o dalle formazioni partigiane. Era diretta da tecnici tedeschi che molto spesso appaltavano i lavori a italiani inquadrati, in maggioranza, col regime fascista.

[20] La linea difensiva in questa zona era doppia: la prima denominata Linea Verde 1, partiva da Cinquale, attraversava le apuane, proseguiva per la Valle del Serchio fino a Borgo a Mozzano e risaliva verso gli Appennini; la seconda, denominata Linea Verde 2, partiva sempre da Cinquale, proseguiva verso Seravezza, saliva verso il monte Altissimo, Pania della Croce e Pania Secca, scendeva dino al Serchio all’altezza di Barga e di Fosciandora, dove la valle si restringe, per poi risalire sugli Appennini.[Guidi, Oscar- 2004. Dal fascismo alla resistenza: la Garfagnana fra due guerre mondiali, pg 120-121-122]

[21] La Gotica deve essere pronta entro tre mesi, ma quelli stimati necessari sono sette. E’ in progetto il Pietrasanta Riegel (sbarramento), che praticamente attraversa la zona di Sant’Anna. Se gli Alleati dovessero sfondare la Gotica – come avverrà – la strada verso la Germania è aperta.

[22] [Guerra ai civili. Occupazione tedesca e politica del massacro, di Battini e Pezzino]. http://www.partigianisalso.altervista.org/index.php/bandi/133-ammonimento.html;

[23] https://seieditrice.com/la-torre-e-il-pedone/files/2012/04/U8_approfondimento-C.pdf

[24] Quartier Generale I Corpo Paracadutisti Ordine Operativo n.838/Segreto. 20 luglio 1944 Soggetto: operazioni contro i partigiani: ordine n. 2 1 – M. Battini – P. Pezzino, Guerra ai civili. Occupazione tedesca e politica del massacro. Toscana 1944, Venezia, Marsilio, 1997, pp. 427-428) .

[25] http://www.anpiginolombardiversilia.it/images/Viareggio,centro%20cittadino.jpg

[26] http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Sommer_Schoneberg_Bruss/Pagine/7Laricostruzionedeifatti.aspx

[27] Bergamini e Bimbi, op. cit. pg 102

[28] Idem pg 102

[29] http://digilander.libero.it/rsi_analisi/brilucca.htm

[30] Bertozzi, pg 69, cit Giannelli La trappola del ’44 pg 63

[31] Ezio Costanzo, op. cit. pg 84

[32] Fedelissimo del duce, fiorentino, fu uno degli uomini chiave della RSI. Sarà fucilato dai partigiani a Dongo.

[33] Idreno Marco Benedetto Utimpergher, italianizzato in “Utimperghe”, è stato uno dei gerarchi del fascismo fucilati dai partigiani nei giorni della Liberazione.

[34] Il 22 Luglio ’44 avviene la militarizzazione del partito fascista iniziando da Lucca.

[35] (in seguito, il nome muterà in “Natale Piagentini”, un milite caduto). https://www.provincia.lucca.it/scuolapace/uploads/quaderni/parte_1(1).pdf

[36] Giorgio Bocca, articolo Via libera alle brigate nere, su Storia illustrata, nº200, luglio 1974, pag. 76.

[37] 3 agosto a S.Lorenzo a Vaccoli

[38] 12, 21, 24, 27 agosto

[39] (Fulvetti G., Uccidere i civili. Le stragi naziste in Toscana 1943-1945, 2009).

[40] http://digilander.libero.it/rsi_analisi/orgbri.htm

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