Salento 2016: la voce del mare

Sea of Tears, Nightt_an

Sea of Tears, nightt_angell

Una vecchia canzone salentina, Lu ruscio te lu mare, racconta della figlia di un re che impazzisce d’amore per un soldato. E il mormorio del mare sembra accompagnare il canto come un’ossessione. E’ difficile essere in Salento e non pensare il mare: lo senti anche se non lo vedi perché tutta la Puglia è appena una striscia di terra fra Adriatico e Ionio, il nome stesso è legato al mare e al sale. Il primo giorno è a Torre Lapillo (o di San Tommaso), una delle centinaia Torri Saracene costruite a guardia della costa nel XVI secolo.

Torre Lapillo

Torre Lapillo

Dalla Sanzara, per arrivare sono circa dieci minuti di macchina fra uliveti, campi e pascoli. L’unica struttura alta (e brutta) sono due silos all’apparenza abbandonati, che ricordano un po’ la serie postapocalittica Wool di Hugh Howey, ma li lascio velocemente alle spalle. La cittadina di Torre Lapillo è assolata e un po’ decadente, strutture di legno che promettono di diventare fatiscenti, colori qua e là scrostati, rifiuti. Ma a me interessano la spiaggia e il mare. Quello che scelgo è un tratto un po’ selvaggio, lontano dalle strutture balneari, dove non c’è praticamente nessuno. La sabbia è bianchissima e non grigia e polverosa come da noi in Versilia, il mare è calmo, trasparente come un cristallo azzurro. L'acqua di Torre Lapillo

Ecco, questo è per me il Sogno del mare.

Il temporale di ieri ha portato a riva gli straccali, un’insieme di alghe e cannicci ormai secchi e soffici come l’erba e, purtroppo, anche qualche residuo di rifiuti.

Straccali

Straccali

A fior d’acqua c’è un letto di rocce porose, come una barriera corallina. E’ la Pietra Salentina, morbida e calcarea, che si ritrova ovunque, dai muretti a secco alle facciate barocche delle chiese.20160620_11270120160620_112549

 

Mentre mi immergo in quell’acqua fredda e così pura che sembra si possa bere, sono nel mio elemento, immersa in antichi e immobili segreti. E’ lu rusciu, il sussurro del mare, che te li racconta. Del resto, il Salento è una terra di mezzo, una porta verso l’Oriente aperta da migliaia di anni…

 

 

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Cerco di immaginare cosa abbia visto questo mare e cosa ancora nasconda.

Scendendo...

Scendendo…

La canzone “Lu ruscio te lu mare” è una pizzica ed esiste in molte versioni, questa è quella che preferisco:

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