L’inizio dell’attuale epidemia di Ebola risale al dicembre 2013: Emile Ouamouno, due anni, muore nel villaggio di Meliandou, prefettura di Guéckédou, Guinea, a poche miglia dal confine con la Liberia e la Sierra Leone. Nessuno sa spiegare come il primo infetto possa essere un bambino così piccolo, ma in ogni caso, nel giro di poco tempo, si ammalano e muoiono la madre, la sorellina e la nonna. La malattia infetta con esiti letali anche un’infermiera e l’ostetrica del villaggio. Il contagio si espande.(1) L’ostetrica viene curata da un membro della propria famiglia che vive nel vicino villaggio di Dandou Pombo e il risultato sono altri sei morti. Il virus si diffonde anche a Gbandou e Dawa attraverso i membri della famiglia che hanno partecipato al funerale della nonna di Emile. (1)
L’epidemia inizia la propria escalation: un operatore sanitario, probabilmente infettato a Dawa o Meliandou, si reca nell’ospedale di Macenta dove muore, provocando altri 15 ulteriori casi. Il virus ha intanto raggiunto anche altri due distretti: Kissidougou e Nzérékoré, sempre attraverso il contagio tra familiari. (2) Ebola raggiunge rapidamente gli stati confinanti d Liberia e Sierra Leone.
A Marzo 2014 la WHO notifica ufficialmente un’epidemia di Ebola Virus Disease (EVD) in Guinea. In Agosto, sempre la WHO dichiara l’epidemia un’emergenza internazionale per la salute pubblica. La situazione e la percezione del pericolo cambiano e non solo in Africa. Il contagio si estende anche alla Nigeria.
Da quello che si può capire, inizialmente la situazione viene sottovalutata: in Africa le epidemie endemiche, la morte per malattie varie (dissenteria, malaria, febbri emorragiche) rientrano nella normalità. L’Ebola, comparsa nei decenni precedenti in altri stati non è conosciuta nell’Ovest Africa, quindi la gente non comprende la causa di questi decessi, si rivolge ai propri conforti religiosi mediante sciamani e guaritori locali. Uno dei medici di Emergency (8) racconta che il caso iniziale in Sierra Leone, è stata la sciamana di un villaggio, morta di Ebola: gli abitanti hanno pensato si trattasse di una punizione degli spiriti, quindi hanno manifestato il loro cordoglio attraverso contatti fisici ripetuti (baci, abbracci) ed eseguito i rituali tradizionali di sepoltura. La malattia esplode anche qui. Il medico americano William Fischer, che ha lavorato in Guinea durante l’estate, ha descritto la situazione con la frase:” trasformare la tradizione in trasmissione”. (3)
Gli stessi operatori sanitari locali inizialmente non conoscono il virus Ebola, quindi non hanno né la formazione né l’attrezzatura per evitare di infettare stessi o i pazienti: a ciò si aggiunge lo stato critico delle forniture: gli ospedali spesso non hanno acqua sufficiente o guanti sterili. C’è da considerare inoltre che il numero dei medici locali per paziente è in Liberia di 1 a 71.429. In Sierra Leone, di 1 a 45.455. In guinea, di 1 a 10.000. (12) (2) (13). Si verificano casi di abbandono del posto di lavoro da parte dei sanitari, per paura del contagio (9)
A metà settembre, il numero di casi e di decessi nei tre stati principalmente interessati aumenta di settimana in settimana, nonostante gli sforzi sanitari locali e delle organizzazioni internazionali.
Il 24 ottobre il Governo del Mali conferma il primo caso di Ebola nel paese: si tratta di una bambina (10) di due anni residente a Beyla, in Guinea, diagnosticata positiva all’Ebola a Kayes, nel Mali, il 17 ottobre, e morta sei giorni dopo. L’11 novembre, quando sembra che l’epidemia sia arginata, scoppia un nuovo focolaio nella capitale, Bamako. Una clinica della città viene messa in quarantena. (14)]
Come sappiamo, casi infetti arrivano in Usa, Spagna, Italia.
L’epidemia di EVD in corso in Ovest Africa è la più letale da quando l’agente patogeno è stato individuato nel 1976. Di fatto, ha fatto più vittime ad oggi di tutte le altre epidemie di EVD messe insieme, e sebbene i media italiani ne parlino poco – eccetto i bollettini d’ufficio circa le condizioni del medico catanese di Emergency contagiato in Sierra Leone – non è certo finita.
I dati dei rapporti WHO sull’evoluzione in novembre/dicembre 2014 (4):
2 novembre 2014: 13042 casi (probabili, sospetti e confermati) di Ebola Virus Disease (EVD) relativo a sei paesi colpiti dall’epidemia (Guinea, Liberia, Mali, Sierra Leone, Spagna e USA) e a due colpiti in precedenza (Nigeria e Senegal). I decessi confermati sono stati 4818. L’epidemia di EVD è stata dichiarata spenta il 17 ottobre 2014 in Senegal e il 19 ottobre 2014 in Nigeria.
16 novembre: 15 145 casi (confermati, probabili e sospetti) in sei paesi colpiti: Guinea, Liberia, Mali, Sierra Leone, Spagna e USA). Nigeria e Senegal sembrano aver risolto la crisi al 16 Novembre. Sono riportati in totale 5420 decessi (sottostimati)
Il 26 novembre: 15 935 casi EVD riportati con 5689 decessi. Di cui 600 casi documentati nelle tre aree più colpite (Guinea, Liberia, Sierra Leone). Le metodiche di sepoltura “in sicurezza” da parte dei civili sono attive per il 25% della popolazione.
3 dicembre 2014 (5) (11)
17 145 casi di EVD riportati, con 6070 decessi attestati.
L’incidenza risulta salita leggermente in Guinea, stabile/decrescente in Liberia, ancora in aumento in Sierra Leone.
Il focolaio in Spagna è stato dichiarato concluso. I casi e le morti continuano ad essere sotto-riportati.
L’EMERGENZA EBOLA NON E’FINITA: passare dal panico al silenzio è pericoloso quanto l’allarmismo.
Non ci sono ancora cenni ufficiali nei comunicati WHO circa medico di Emergency contagiato nel centro di Lakka, in Sierra Leone. Anche sul sito ProMED, l’Italia è citata solo per le morti legate al vaccino anti-influenzale. La notizia è però presente nei quotidiani esteri e nei blog: (6),(7),(15).
Nel frattempo, le condizioni del medico, ricoverato all’istituto Spallanzani, si sono aggravate notevolmente nelle ultime ore: necessita di assistenza respiratoria, ovvero non è in grado di respirare efficacemente in modo autonomo.(16), ed è stato trasferito nella serata di ieri nel reparto di terapia intensiva. (17)
(1) http://www.ibtimes.com/ebola-patient-zero-emile-ouamouno-guinea-first-contract-disease-1714698
(2) http://www.nytimes.com/2014/08/10/world/africa/tracing-ebolas-breakout-to-an-african-2-year-old.html?_r=0
(3) http://www.bbc.com/news/world-africa-30199004
(4) http://www.promedmail.org/
(5) http://who.int/csr/disease/ebola/situation-reports/en/
(6) http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/ebola/11250747/Italys-first-case-of-Ebola-confirmed.html
(7)https://www.ansa.it/english/news/general_news/2014/12/04/ebola-stricken-doctor-develops-new-fever_1d2a656c-ae78-4b0a-9d47-f1dd18cfadc8.html.
(8) http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/11/06/servizio-pubblico-ebola-villaggio-di-emergency-a-freetown-cuore-dellepidemia/309445/
(9) http://www.nbcnews.com/storyline/ebola-virus-outbreak/runaway-doctors-missing-supplies-cripple-care-ebola-hit-liberia-n220686
(10) http://www.bbc.com/news/world-africa-29750723
(11) http://apps.who.int/gho/data/view.ebola-sitrep.ebola-summary-latest?lang=en
(12) http://online.wsj.com/articles/ebola-doctors-with-no-rubber-gloves-1408142137
(13) http://www.africafocus.org/docs14/eb1409.php
(14) http://www.nytimes.com/2014/11/12/world/africa/mali-new-ebola-case-is-confirmed-as-response-to-first-was-wrapping-up.html
(15) http://chikasblog.tk/ebola-italy.html
(16) http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2014/12/04/ARDksJmC-italiano_respira_aggrava.shtml
(17) http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2014/12/05/ARbknfmC-stazionario_emergency_intensiva.shtml