Aggiornamento del 17/10/2014 (6)
Al 14 ottobre 2014 sono segnalati 9216 casi (confermati, probabili e sospetti) nei paesi interessati: Guinea, Liberia, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Spagna e Usa, con 4555 morti. Per quanto riguarda il Senegal, la WHO dichiara ufficialmente spento il focolaio. Secondo la Ebola Response Roadmap (7) esistono due situazioni 1) paesi con trasmissine elevata e diffusa (Guinea, Liberia e Sierra Leone); 2) paesi con uno o più caso iniziale e trasmissione localizzata (Nigeria, Senegal, Spagna, e Stati Uniti d’America). Per quanto riguarda il Congo, si tratta di un diverso ceppo di Ebola, non collegabile a quello sviluppatosi dell’Ovest Africa.
Ebola e gli animali da compagnia: un argomento spinoso.
Gli animali da compagnia, cani e gatti (ci sono anche in Africa), possono infettarsi e trasmettere Ebola? Per i gatti non esiste alcuna testimonianza empirica o prova scientifica a riguardo: a oggi i felini sembrano immuni. Diverso è il discorso per i cani: esiste uno studio del 2005 in proposito. (1)
I cani (in un contesto epidemico accentuato) possono essere infettati dal virus ma restano asintomatici, cioè non sviluppano la malattia. Questo vuol dire che:
1) non sanguinano, non accusano vomito, diarrea etc
2) possono prendere l’infezione dai padroni o da altri contatti attraverso leccate, morsi, toelettatura, ingestione di carne infetta, (umana o meno).
3) possono trasmettere l’infezione attraverso leccate, morsi o toelettatura.
Detto questo occorre contestualizzare la situazione africana e quella occidentale. In Africa, e nelle zone colpite dall’Ebola, ci sono i cani che (sempre in un contesto di epidemia su vasta scala) possono destare preoccupazione in quanto hanno abitudini che li portano a stretto contatto con l’uomo. Se randagi o affamati possono venire a contatto con cadaveri infetti per nutrirsi.(2)
A questo può conseguire il contagio, anche se è bene ricordare che esso non avviene (per quanto provato) con ’ingestione di carcasse o cadaveri infetti e i loro fluidi corporei, bensì attraverso il loro contatto.
In Liberia è stato segnalato che gruppi di cani selvatico-randagi hanno dissotterrato cadaveri per cibarsene: questa terribile situazione non è presente in occidente dove gli animali da compagnia (randagi o meno) sono al momento in un contesto non epidemico, quindi non sono soggetti a infettarsi né per contatto con l’uomo né per contatto con altri animali infetti o possibili fonte di cibo.
In ogni caso, questa è l’attuale posizione del CDC: nessun caso segnalato di cani o gatti infetti.(5)
Il CASO SPAGNOLO
Manuel García Viejo, missionario e dirigente medico di 69 in Sierra Leone, il 22 settembre è ricoverato nell’ospedale Carlos III di Madrid: muore di Ebola tre giorni dopo, il 25 settembre.
L’ospedale Carlos III è stato selezionato e preparato già nell’agosto 2014 per trattare il reverendo Miguel Pajares, primo europeo rimpatriato dopo essere stato infettato e deceduto in agosto. Teresa Romero, infermiera ausiliaria al Carlos III, è nel team che si prende cura di Manuel Viejo, durante la malattia e dopo il decesso.
Lunedì 5 ottobre, Teresa (in ferie) si presenta al Pronto Soccorso dell’ospedale di Alcorcon. Non ha avuto sintomi fino al 30 settembre 2014, quando “ha cominciato ad avere febbre, mai alta”. E’ già portatrice del virus: la diagnosi di Ebola è confermata dalle analisi di laboratorio. La paziente è ricoverata al Carlos III, il marito, che fortunatamente non presenta sintomi della malattia, viene messo in isolamento. Il cane di famiglia Excalibur, abbattuto. La soppressione e cremazione dell’animale – lasciando da parte le ovvie considerazioni psicologiche – ha reso impossibile ulteriori studi sugli animali: sarebbe stato utile se non fondamentale, isolare il cane, monitorarlo e prelevare campioni di sangue al fine di studiare ulteriormente la trasmissibilità dell’agente patogeno. E, possibilmente, restituirlo ai padroni.
Più sensato sembra il comportamento nei confronti dello spaniel di Nina Pham, infermiera contagiata dal paziente zero morto di Ebola a Dallas: il cane è in quarantena, viene accudito e monitorato. (3) (4)
Attualmente, sembra che Teresa Romero stia meglio e sia in via di guarigione.
(1) http://wwwnc.cdc.gov/eid/article/11/3/pdfs/04-0981.pdf
(2) http://www.wnd.com/2014/10/dogs-eating-ebola-victims-spreading-epidemic/
(3) https://twitter.com/DallasShelter/status/522147158640705536/photo/1
(4) http://www.theguardian.com/world/2014/oct/15/texas-ebola-nurse-dog
(5) http://wwlp.com/2014/10/15/still-no-reports-of-any-cats-dogs-being-infected-with-ebola/
(6) http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/136645/1/roadmapupdate17Oct14_eng.pdf?ua=1
(7) http://www.who.int/csr/resources/publications/ebola/response-roadmap/en/.Roadmap ,