“The Dark Tower is close, now. The Crimson King awaits. Soon Roland will raise the Horn of Eld. And blow.” [Stephen King, maggio 2016]
E quindi con il film La Torre Nera, comincia un’altra storia, probabilmente il seguito a quanto successo nel settimo volume della saga. Ma al momento quello che affligge i Fedeli Lettori è altro…
Dopo il tormentone di polemiche seguito alle notizie sul casting del film La Torre Nera, dico la mia sull’argomento visto che leggo Stephen King dall’adolescenza (mi sentivo molto Carrie ma poi sono diventata Christine) ed è uno dei miei Best. Quanto segue è per chi conosce già tutta la saga e magari i romanzi principali di Stephen King: ci sono spoiler e non ci sono spiegazioni sul chi è chi, dove, quando, perché, etc. Per saperne di più potete (se volete) consultare i link in fondo all’articolo: ho scritto parecchio su Stephen King, e ne ho parlato in conferenza a Lucca Comics and Games nel 2012 .
I Fedeli Lettori di Stephen King attendono questo film dal 2010, con un’aspettativa tale da portare le Major, a un certo punto, al silenzio stampa sull’evoluzione del progetto: la storia della Torre Nera, seppure con un parco lettori limitato rispetto ad altre opere, è molto amata. Adesso che le riprese sono in corso, e quindi il film ci sarà, c’è più rivoluzione fra i Dark-Tower fan di quando arrivavano i comunicati stampa “Ennesimo no al progetto, Ancora problemi per l’adattamento, Tizio ha abbandonato“: il motivo è la scelta degli attori, in particolare quella del protagonista Roland Deschain, il Pistolero di Gilead.
Nella saga (otto volumi più altri romanzi e racconti collegati) ci sono moltissimi personaggi, tra cui i protagonisti che Stephen King chiama Gunslinger (Pistoleri). Per decenni, come sempre succede, ogni appassionato ne ha visualizzato un’ immagine personale ma, nel caso della Torre Nera e del protagonista Roland Deschain, Stephen King ha fornito un’ indicazione che più precisa non si può e sostanzialmente dice: “Roland è Clint Eastwood ma bruno di capelli e dal carattere come il mio al tempo di L’Ultimo Cavaliere”.
Quando ho iniziato la saga, Roland Deschain, Jake Chalmers, Eddie Dean, Odetta Holms/Detta Walker/Susannah Dean, Oy e Susan Delgado li immaginavo così:
Gli altri personaggi erano visivamente indistinti, l’Uomo in Nero rimaneva impresso soprattutto per la memorabile, perfetta frase iniziale: “The Man in Black fled in the desert…” Poco più di un fantasma di ossa, senza volto.
C’erano anche le immagini del grande Michael Whelan:
A partire dal 2007 la Panini Comics ha pubblicato in Italia la serie a fumetti Dark Tower della Marvel. Roland non mi piaceva in quei disegni, troppo “in carne” rispetto alle descrizioni di Stephen King, ma Susan e Jake erano adorabili. Bella l’atmosfera cupa del fumetto, un insieme di colori lividi con lampi cremisi, perché nel mio immaginario le passioni forti, nel bene e nel male, hanno per colore il rosso.
Oy non riuscivo a inquadrarlo. Poi, per caso, durante un viaggio in Messico, ho visto quale (forse) doveva essere stata l’idea del Re: un piccolo procionide, il Coatì.
Quanto agli altri due Pistoleri del ka-tet, Odetta etc. e Eddie Dean, li ho visti nella versione originale della Marvel, perché la Panini ha interrotto le pubblicazioni. Roland è un eroe che appassiona dopo una lunga lettura… e la serie a fumetti è per lo più un completamento della saga: chi non l’ha letta difficilmente la apprezza. Un po’ come leggere le note del Signore degli Anelli prima del romanzo.
Tornando al casting di La Torre Nera, la polemica scoppia perché l’attore che interpreta Roland è Idris Elba. Alla base c’è un’intolleranza più o meno strisciante ma non solo: è difficile cambiare un archetipo letterario. Confesso che è stato scioccante per me, kinghiana doc, sapere che Roland nel film sarà di colore e il mio immaginario ha detto che non si adegua, ma le reazioni assurde lette in rete mi hanno sconcertato di più. Fosse la prima volta che una trasposizione su grande o piccolo schermo ribalta un romanzo. Ancora non ci abbiamo fatto l’abitudine?
Mi viene un dubbio, ci sarà mica qualche razzista in giro? Come per Idris Elba, la stessa cosa è successa con lo spettacolo teatrale The Cursed Childe, in cui Hermione Granger adulta è interpretata da Noma Dumezweni: che di Roland sia stata scritta una precisa descrizione fisica con riferimento a persona reale, mentre di Hermione J.K.Rowling ha raccontato più la personalità che il colore della pelle, non cambia niente: la subdola vena di “nazista dell’Illinois” presente nella massima parte di noi bianchi non perde occasione per tirare su la testa.
Proteste sul casting di film tratti da libri famosi ce ne sono sempre stati, ma in questo caso si è passata la misura. Eppure non è il primo cambio di colore cutaneo sul set: nel romanzo di Stephen King, Cell, Tom McCourt è un omossessuale bianco mentre nell’omonimo film in prossima uscita è di colore ma non risulta sia gay.
Questo va bene perché “Se dobbiamo mettere il diverso nel gruppo, meglio negro che gay?” Oppure almeno uno dei buoni deve essere di colore? Tra l’altro, nel film, il personaggio del Raggedy Man – capo (di colore) dei “cattivi” Telepazzi – è stato tagliato. I cattivi neri non vanno bene per il cinema americano? (Nella realtà vengono però regolarmente ammazzati per la strada, cattivi o meno).
In Rita Hayworth e la Redenzione di Shawshank (il racconto) Red l’ergastolano ha i capelli rossi – quindi si presume sia bianco – ma nel film Le ali della Libertà è impersonato dal grande Morgan Freeman. E nessuno ha detto (giustamente) niente.
Certo, viene da pensare: “Se Roland è così, che colore avranno gli altri protagonisti?” visto che nelle opere di King anche il colore della pelle ha un significato: Mike Hanlon (IT) è afroamericano, John Coffey è condannato sostanzialmente perché negro, Sara Tidwell è stata assassinata perché voleva fare la bianca: questo è il modo con cui Stephen King racconta il razzismo in America. L’Ultimo Cavaliere contiene scelte coraggiose: è stato scritto in anni in cui il politically correct non era poi così di moda e l’aver preso come co-protagonista – nonché eroina – una donna afroamericana (non uso di nuovo il termine “negro” perché qualcuno potrebbe pensare che sono razzista io) senza gambe non era usuale allora come non lo è ora. Il massimo raggiunto è qualche dottore bianco zoppo oppure il detective Lincoln Ryme che è tetraplegico ma non certo una vittima della società.
Inoltre, Il ka tet della Torre Nera è fatto di Perdenti che devono evolvere e “riscattarsi” da qualcosa (di cui hanno colpa o meno) e configura un equilibrio da rispettare. Se Roland è nero, Susannah/Detta come sarà? Ariana -nazi? Lo chiamerà Tinto Cazzuto invece di Stinto Cazzuto? E Eddie? E la bella, dolcissima, Susan Delgado avranno coraggio di farla bianca e bionda? Oppure opteranno per la via di mezzo? Una risposta è arrivata in questi giorni: Susan sarà interpretata da Alex McGregor.
Nel film sembra data molta rilevanza al personaggio dell’Uomo in Nero, impersonato da un Matt McConaughey – che sarà Randall Flagg nel film The Stand – vestito da pistolero, o meglio da seguace del Buono. Le reazioni a questo non stono state “Ma… neanche si sapeva che faccia avesse” bensì “Cavolo quanto è figo!”. Bello e cattivo ha sempre il suo fascino.
Mi domando, a proposito di polemiche, cosa sarebbe successo se Capitan America l’avessero fatto color cioccolato… Meglio filo – Hydra? Con tutto questo, la mia aspettativa per il film La Torre Nera non è diminuita, semmai accresciuta, una volta messa l’anima in pace: come ho detto, è un po’ come se in un film su Mandela scegliessero Rutger Hauer, ma resta molto altro da saper rendere sullo schermo. Sono curiosa di vedere l’ambientazione, il mood, in sostanza lo spirito della saga nel film.
Anche altre scelte di casting non convincono ma nessuna di queste ha toni così accesi, nessuna, per ora, è legata al colore della pelle di qualcuno. Forse Hollywood aveva previsto tutto e la scelta di Idris Elba è finalizzata a creare ulteriore aspettativa: sarebbe un bel guaio se questo progetto dalla storia lunga e tormentata si rivelasse un flop. E a questo proposito, non credo molto a chi afferma “Non lo guarderò” come se dovesse inciderlo sulla sua lastra tombale: magari di nascosto o con i baffi finti, almeno il 90% di questi darktower-talebani, al cinema ci andrà.
In conclusione, è lecito restare delusi per un Roland di colore? Sì, perché l’originale non lo è, ma senza esagerare e senza far entrare nel nostro giudizio il fatto che un eroe per noi di razza caucasica debba per forza avere la pelle bianca.
In ogni caso – detto e sottoscritto quanto affermato – Personalmente, Irrazionalmente, Nostalgicamente, Assurdamente, Quantunquemente, io avrei voluto non Viggo Mortesen, non Javier Bardem, non Russell Crowe, non Idris Elba ma Clint. O almeno un figlio, un clone, un ologramma del Biondo che, con poncho e sigarillo, è rimasto impresso a fuoco nella mia adolescenza e oltre.
http://www.fantasymagazine.it/collaboratori/284/cristina-donati
http://nerocafe.net/a-tutto-king/
https://novatlantide.wordpress.com/2016/07/06/stephen-king-e-luniverso-torre-nera/